Mi piace nel seguito ripubblicare, con il permesso dell'autore, un articolo dell'avv. Valerio Donato apparso in data odierna sul settimanale locale Il Canavese. Si tratta di una riflessione sul 25 aprile, la festa di liberazione da un progetto tedesco e da una sudditanza italiana con cui oggi torniamo a fare i conti, in un ripetersi inquietante di quelle circostanze. Celebrare il sacrificio dei partigiani e, al tempo stesso, ciò contro cui i partigiani hanno combattuto è l'indice di un ribaltamento ideologico dove l'automatismo dei simboli prevale sulla storia, condannandoci a riviverla.
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Il 25 aprile 1945 finiva l’occupazione tedesca iniziata con l’armistizio dell’8 settembre 1943. Per tutti questo giorno è l’occasione per ricordare le atrocità commesse durante i due anni di guerra di civile. Io invece voglio provare ad immaginare come sarebbe stata l’Europa qualora Hitler avesse vinto la sua guerra.
La Germania (ancora oggi stato federale, unificato dal cancelliere prussiano Otto Von Bismark che, sconfitte Austria - con l’aiuto dell’Italia - e Francia, fece incoronare nel 1871 Guglielmo I imperatore) ha storicamente sempre avuto mire di egemonia sull’Europa continentale (il Sacro Romano Impero o Reich). Il 21 gennaio 1904 fu creata a Berlino la Mitteleuropäischer Wirtschaftsverein, finalizzata all’integrazione economica degli imperi Tedesco e Austro-Ungarico con Svizzera, Belgio e Lussemburgo. Nel 1915 il saggio “Mitteleuropa” di Naumann indicò la necessità di stabilire al termine della guerra, una grande area economica Centro-Europea. Persa la grande guerra le aspirazioni di pangermanesimo vennero resuscitate dai nazisti e affidate al ministro plenipotenziario dell’economia, governatore della banca centrale e consigliere della pianificazione del III Reich, Walther Funk.
Il Piano Funk prevedeva una grande area economica, un graduale livellamento delle normative infranazionali e un’unica moneta comune, basata sulla compensazione fra import-export dei paesi membri, dove la Germania avrebbe imposto i relativi flussi (avrebbe quindi svolto la funzione di banca centrale).
Il Neuordnung Europas, Nuovo Ordine dell’Europa, avrebbe portato la subordinazione dell’apparato produttivo di tutto il continente europeo in funzione della supremazia della Germania.
In particolare l’industria, soprattutto quella pesante, si sarebbe concentrata in Germania e in parte nel nord est della Francia (l’Alsazia e la Lorena storiche regioni a forte presenza tedesca), mentre il resto d’Europa avrebbe dovuto fornire prodotti agricoli e forza lavoro.
In un tale contesto è facile immaginare che i paesi esterni avrebbero iniziato ad importare i prodotti ad alto valore aggiunto dell’industria tedesca accumulando forti deficit nella bilancia dei pagamenti, solo in parte compensati dalle esportazioni di materie prime, dei prodotti dell’agricoltura e dalle rimesse degli emigrati. In Germania, pertanto, si sarebbero accumulatati enormi surplus commerciali i cui proventi sarebbero stati reinvestiti nei paesi periferici proprio per finanziarie le cospicue importazioni di questi ultimi.
Le banche dei paesi perdenti avrebbero di conseguenze accumulato forti passività con l’unità di compensazione centrale tedesca (la banca centrale di tutto il sistema) portando ad una situazione altamente instabile ed esplosiva.
Un’eventuale shock esterno (che potremmo ipotizzare in una serie di fallimenti di un’area esterna all’unione – ad esempio gli USA con i quali a guerra finita si sarebbero ripresi normali rapporti commerciali) avrebbe potuto fare da detonatore, portando i creditori tedeschi ad esigere i loro crediti dai paesi periferici, nei quali si sarebbero dovute intraprendere politiche atte a limitare le importazioni (che potremmo chiamare riforme strutturali per guadagnare competitività) basate su una forte tassazione dei privati e un cospicuo taglio della spesa pubblica (riducendo il reddito disponibile si vanno a ridurre i consumi e quindi anche le importazioni).
Per fortuna Hitler perse e Funk, processato a Norimberga, fu condannato all’ergastolo, altrimenti oggi magari vivremmo sotto un’unica bandiera con tante croci uncinate a rappresentare gli stati soggiogati e una generalizzata deflazione con conseguente disoccupazione, calo dei redditi e distruzione di risparmi.
Ogni riferimento ad Unioni attuali, realizzate con trattati internazionali invece che con carri armati, ovviamente è puramente casuale.
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